Cure Palliative

Cure Palliative

Cure Palliative

Le cure palliative sono un insieme di trattamenti terapeutici rivolti ai malati inguaribili. Queste cure non vengono erogate allo scopo di incidere in modo significativo sulla progressione della malattia ma piuttosto hanno l’obiettivo di garantire alla persona malata la miglior qualità della vita possibile.

Il raggiungimento di tale obiettivo è possibile coniugando terapie farmacologiche (somministrate da medici e infermieri), interventi di carattere relazionale (gestiti dall’educatore o dall’assistente sociale, dallo psicologo, dai volontari e dall’assistente spirituale), azioni volte a mantenere le autonomie funzionali (a cura del fisioterapista) e prestazioni che garantiscono dignità all’individuo (a cura dell’OSS).

Negli anni più recenti la letteratura scientifica ha prodotto una serie di indicatori clinici e alcuni strumenti validati per identificare le persone che possono avere bisogno di cure palliative. Regione Lombardia ha adottato uno specifico strumento, ad uso dei medici, per l'identificazione del bisogno di cure palliative (DGR 1046/2018 sub allegato E)

Nella letteratura scientifica e medica esistono numerose definizioni di cure palliative.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sono:

"l'insieme degli interventi terapeutici ed assistenziali finalizzati alla cura attiva, totale dei malati la cui malattia non risponde più a trattamenti specifici. Fondamentale è il controllo del dolore e degli altri sintomi, e più in generale dei problemi psicologici, sociali e spirituali".

La Società Europea di Cure Palliative (EAPC) propone invece la seguente definizione:

“…sono la cura attiva e globale prestata al paziente quando la malattia non risponde più alle terapie aventi come scopo la guarigione. Il controllo del dolore e degli altri sintomi, dei problemi psicologici, sociali e spirituali assume importanza primaria. Le Cure Palliative hanno carattere interdisciplinare e coinvolgono il paziente, la sua famiglia e la comunità in generale. … Il loro scopo è quello di preservare la migliore qualità della vita possibile fino alla fine.”

(European Association for Palliative Care - EAPC)

Nel contesto normativo italiano il significato di cure palliative è riportato nell’art. 2 della Legge 38/2010: “l’insieme degli interventi terapeutici, diagnostici ed assistenziali, rivolti sia alla persona malata sia al suo nucleo familiare, finalizzati alla cura attiva e totale dei pazienti la cui malattia di base, caratterizzata da un’inarrestabile evoluzione e da una prognosi infausta, non risponde più a trattamenti specifici.”

In linea generale, parlando di cure palliative, possiamo dichiarare che:

  • affermano il valore della vita considerando la morte come un evento naturale;
  • non prolungano né abbreviano la vita del malato;
  • provvedono al sollievo dal dolore e dagli altri sintomi;
  • tengono conto degli aspetti psicologici e spirituali;
  • aiutano la famiglia dell'ammalato a convivere con la malattia e poi con il lutto.

L’IAHPC (International Association for Hospice and Palliative Care) nel 2018 ha aggiornato la definizione:
Le cure palliative sono la cura olistica, attiva, rivolta alle persone di tutte le età, con sofferenze di salute, causate da una malattia grave, specialmente alla fine della vita. Hanno lo scopo di migliorare la qualità della vita dei malati, delle loro famiglie e dei loro caregivers (coloro che si prendono cura dell’ammalato).[1]

Cure palliative: significato

Il termine “cure palliative”, accantonando per un attimo le definizioni presenti nella letteratura scientifica e nelle normative, ha una etimologia curiosa e legata al mondo cristiano/romano. La parola “palliative” deriva infatti dal termine latino pallium (mantello) ed è stato scelto per indicare l’attenzione prestata alla persona malata considerandone la globalità dei bisogni: fisici, spirituali, psicologici e sociali.

In atri termini le cure palliative rispondono al concetto: curare la persona malata nella sua interezza, sempre, anche se non può guarire.

La scelta del termine palliative non è dunque casuale ma si collega al noto episodio, o forse leggenda, di Martino di Tour (San Martino) che donò ad un mendicante metà del suo mantello per aiutarlo a ripararsi dal freddo. San Martino, proprio per la sua attenzione ai più fragili, venne scelto da Federazione Cure Palliative (FCP) quale Santo Patrono delle Cure Palliative. L’11 novembre, giorno di San Martino, si celebra infatti in Italia la Giornata Nazionale delle Cure Palliative promossa da FCP.

Storia delle cure palliative

La nascita di questa disciplina medica deve molto, se non tutto, all’opera di cura prestata dall’infermiera, poi divenuta medico, Cicely Saunders. Alla Saunders, che ha focalizzato tutta la sua attività professionale alla cura dei malati terminali, si deve la nascita a Londra del primo Hospice, il St. Christopher, fondato nel 1967.

Le cure palliative in Italia e la nascita degli Hospice.

Di fatto si iniziò a parlare di cure palliative in Italia solo negli anni 80 grazie all’azione e alla sensibilità di Vittorio Ventafridda e della Fondazione Floriani. Basti pensare che quando nel 1994 l’Hospice di Abbiategrasso accoglieva il primo paziente, esistevano in Italia solo altri due Hospice.
La diffusione degli Hospice in Italia è da attribuire alla legge 39 del 1999 a firma dell’allora ministro della salute Rosi Bindi. Mentre con la Legge n.12 del 2001 si superano finalmente le problematiche connesse alla prescrizione dei farmaci contro il dolore, in particolare gli oppiacei.

Tuttavia, per vedere riconosciuto il diritto alle cure palliative è stato necessario attendere fino al 15 marzo 2010 quando il parlamento ha approvato all’unanimità la legge 38/2010 “Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore” una legge quadro che rappresenta un faro per lo sviluppo dei servizi e un esempio seguito da molti paesi in Europa.

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