Arteterapia

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Arteterapia

L’arteterapia è un servizio che l’Hospice di Abbiategrasso offre ai propri pazienti per consentire di comunicare le loro emozioni attraverso l’arte e il “non verbale”.

Cos’è l'Arteterapia 

L’arteterapia, secondo la definizione proposta dalla APIART (Associazione Professionisti Italiani Arteterapia),

“è un intervento di aiuto e di sostegno alla persona a mediazione non verbale che utilizza i materiali artistici e il processo creativo come sostituzione o integrazione della comunicazione verbale, nella relazione tra arteterapeuta e persona”

(Presentazione della metodologia “Arte come terapia” – APIART Lombardia – Marzo 2021).

Arteterapia e cura della salute

Parlando di arteterapia in contesti sanitari e sociosanitari è bene ricordare che essa persegue il benessere fisico e psicosociale mediante un’attività terapeutica che si basa sulla creatività e sulla capacità di comunicare al fine di raggiungere un effettivo progresso individuale.

Come afferma De Gregorio, quindi, parlare di arteterapia in ambito sanitario non significa trattare la malattia ma sviluppare un processo che ha il fine di trasformare l’individuo grazie all’utilizzo dell’arte.

Lo stesso De Gregorio afferma che è compito dell’arteterapeuta riuscire a ricevere, riconoscere e dilatare i segnali dell’assistito attraverso l’uso del linguaggio, del disegno o formulando altre proposte. Per fare questo il professionista deve possedere un senso estetico in grado di individuare gli aspetti comunicativi e non “il bello o il gradevole allo sguardo.”

L’arteterapeuta, inoltre, deve aver frequentato una formazione specifica riconosciuta a livello nazionale ed essere iscritto all’albo professionale.

Arteterapia nelle Cure Palliative

Vivere l’esperienza di una malattia grave e inguaribile giungendo così alla fase finale della vita genera vissuti emotivi molto intensi. Secondo il lavoro di Elizabeth Kubler Ross, una psichiatra che studiato e descritto il processo emozionale che sperimentano i pazienti nelle cure palliative, le fasi emotive che attraversano i malati terminali sono:

  • collera
  • patteggiamento
  • depressione
  • accettazione

Gli studi e le numerose esperienze sul campo hanno dimostrato che in situazioni come queste la comunicazione non verbale, mediata dal disegno, dalla modellazione plastica o altre forme artistiche facilita i pazienti nel processo di accettazione della malattia.

La ricerca condotta da Cinthia Kennet al St. Cristopher Hospice di Londra (anno 2000) ha evidenziato, infatti, come si possa favorire l’emersione di sentimenti positivi in malati seguiti dall’équipe di cure palliative. A riguardo, proprio le parole della Kennet possono essere fonte di ispirazione per chi decidesse di intraprendere questa attività in Hospice: “soddisfazione, eccitazione, competizione e sfida possono nascere dal lavoro (arte) terapeutico anche in persone vicine alla morte” (2000)1.

L’arteterapia nelle cure palliative si rivolge principalmente alle seguenti categorie di beneficiari:

  • pazienti e loro familiari
  • operatori e volontari

Le attività rivolte ai pazienti e ai familiari dell’Hospice

L’arteterapia consente alle persone malate di comunicare attraverso l’elaborato artistico ciò che stanno vivendo. Durante i colloqui che le persone ricoverate hanno con gli operatori non sempre emerge dalle parole ciò che stanno provando. Affiora quindi solo una parte del vissuto del paziente. L’arteterapia nelle cure palliative permette invece ai degenti di esprimere, attraverso il linguaggio non verbale, una parte intima di loro stessi facendo scaturire aspetti interessanti.

Spesso i pazienti lavorano nella propria stanza e individualmente. In alcuni casi a beneficiare dell’attività di arteterapia sono i familiari della persona malata che, non potendo lavorare nelle stanze, utilizzano degli spazi dedicati all’interno della struttura.

Il metodo di lavoro dell’arteterapeuta prevede:

  • un momento di accoglienza (in cui chiede al paziente come si sente);
  • la preparazione del materiale artistico;
  • il momento del processo artistico;
  • la verbalizzazione finale.

Le informazioni raccolte dall’arteterapeuta nel corso della sua attività sono poi utili all’équipe multidisciplinare di cure palliative per impostare al meglio l’attività terapeutica e assistenziale nei confronti del malato e, se necessario, nei confronti dei suoi familiari.

Arteterapia con gli operatori e i volontari

Gli incontri di arteterapia vengono proposti anche agli operatori e ai volontari dell’Hospice di Abbiategrasso con la finalità di migliorare la gestione dello stress emotivo, ridurre le criticità e facilitare il rapporto con il degente. Affrontare quotidianamente tematiche come malattie gravi e fine vita, infatti, si riflette molto sulla sfera personale ed utile avere degli strumenti e conoscere delle modalità per la loro “metabolizzazione”.

Agli operatori e ai volontari sono proposte attività che prevedono un numero minore di incontri rispetto ai pazienti. Tra le opportunità vi sono:

  • laboratori esperienziali,
  • lavori di gruppo e individuali,
  • incontri a tema in cui l’operatore può esprimersi liberamente.

I materiali da utilizzare sono gli stessi che vengono proposti ai pazienti.

L’incontro con gli operatori e con i volontari è scandito da un momento per l’accoglienza dei partecipanti, il tempo per il processo artistico e infine la verbalizzazione. La durata dell’incontro varia da una a due ore.

Utilizzo del Mandala in Arteterapia

Tra i diversi percorsi rivolti agli operatori di cure palliative in servizio presso l’Hospice di Abbiategrasso e al domicilio nel corso del 2021 è stato proposto "Percorso Mandala: un momento da dedicare a sé stessi" articolato in cinque incontri della durata di due ore. Il mandala è un oggetto di forma rotonda o a disco che assume significati differenti in base alla cultura in cui viene utilizzato (buddismo; induismo; ecc).

Nel contesto dell’Hospice di Abbiategrasso, attraverso la costruzione del mandala e mediante l’utilizzo del colore, gli operatori hanno potuto condividere le loro emozioni e cercare di dare un senso al proprio lavoro e alle esperienze vissute. Anche nella situazione più difficile, l’operatore si interroga e riflette su quello che è successo per migliorarsi.

1Kennet, C. E., Participation in a creative arts project can foster in a hospice day centre. Palliative Medicine, 2000 n.14 419-425.

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