Danilo: donazioni regolari, tanto volontariato e oltre 30 anni alla BCS.
Volontario, donatore regolare e in passato anche caregiver. Se dovessimo sintetizzare la vita di Danilo, una di quelle persone generose che hanno scelto di aiutare l’Hospice di Abbiategrasso con una donazione regolare, potremmo semplicemente definirla: “impegnata!”
Ciao Danilo, com’è stata la tua esperienza di assistenza con l’Hospice di Abbiategrasso?
Ciao. Ho conosciuto l’Hospice di Abbiategrasso molti anni fa e ben prima di aver sperimentato direttamente il servizio di assistenza. L’avevo scoperto a causa del ricovero di un’amica, Vanna, a cui ero molto legato e che era stata seguita da voi già una quindicina di anni fa. Successivamente sono stato coinvolto in prima persona a causa della malattia di mia moglie, la mia Susi, che era stata colpita da un tumore molto aggressivo che lasciava ben poco spazio alle speranze di guarigione. Negli ultimi anni ho anche apprezzato il servizio di assistenza domiciliare per mia suocera, che avete seguito per alcuni mesi, e le cure palliative che avete garantito a tutti altri amici che erano ricoverati in hospice.
Immagino però che quella con tua moglie sia stata l’esperienza emotivamente più forte, quella che ti ha coinvolto maggiormente ed in prima persona.
Sì, per starle accanto avevo deciso di chiedere il part time al lavoro. Ero addirittura disposto a chiedere l’aspettativa non retribuita pur di seguirla e aiutarla nell’assistenza. Per fortuna alla BCS di Abbiategrasso, l’azienda dove ho lavorato per ben 34 anni, avevo un responsabile molto comprensivo che mi aveva consentito di organizzare al meglio gli orari, i carichi di lavoro e i permessi. Purtroppo quando ti ritrovi a vivere una situazione come la mia devi sperare di poter aver del tempo da dedicare a tua moglie e di ricevere un’assistenza come quella dell’Hospice. Nel personale della struttura ho ritrovato sia l’umanità, aspetto tutt’altro che scontato, sia una grande professionalità. Gli operatori e i volontari non mi hanno mai fatto sentire solo e abbandonato, anzi devo dire che con alcuni di loro siamo ancora in contatto e in alcune occasioni ci siamo ritrovati.
Tu però hai scelto a tua volta di non abbandonare l’Hospice e hai voluto offrire il tuo aiuto con una donazione regolare. Ci spieghi meglio perché l’hai fatto e come?
Sostenere con una donazione regolare l’Hospice di Abbiategrasso è molto semplice. Basta scaricare dal sito il modulo per la domiciliazione bancaria e seguire le istruzioni. Io personalmente ho scelto di destinare un contributo annuale che mi viene prelevato in automatico il 7 dicembre. L’ho fatto perché sono anch’io un volontario (si occupa di trasporto malati, ndr) e sono consapevole che le donazioni continuative consentano alle realtà non profit di pianificare meglio le attività. Sostenere con una donazione regolare non dà luogo ad una scelta irreversibile in quanto può essere revocata o modificata, in base alle proprie esigenze economiche, in qualsiasi momento. In altre parole, io so quante risorse in questo momento posso dare all’Hospice e mi impegno a darle con continuità, per voi invece con questo strumento è più semplice programmare il futuro.
Hai scelto il 7 dicembre per prelevare la tua donazione regolare. Perché?
La scelta del 7 dicembre è tutt’altro che casuale, è una data importante perché ricorre il compleanno della mia Susi. È un giorno che voglio celebrare ogni anno e destinare una donazione ricorrente all’Hospice di Abbiategrasso mi è sembrato il modo migliore per farlo. La scelta è stata presa con mio figlio Marco al quale, per fortuna, non è mai mancato nulla. Con lui condivido inoltre il sostegno annuale ad un’altra realtà non profit che si occupa di garantire operazioni chirurgiche a bambini nati con malformazioni.
Sei indubbiamente molto impegnato nell’ambito sociale. Come mai?
Alla base di tutto c’è sempre la mia volontà di non sprecare quello che mi è stato dato, sia che si tratti denaro o di tempo libero. Sono un volontario perché sono in pensione e ho del tempo di occupare, quindi preferisco passarlo aiutando chi ha bisogno piuttosto che trascorrerlo con i miei coetanei al bar. Poi qualche mezza giornata sul divano in relax me la concedo anch’io, ovviamente, ma non è una costante dei miei pomeriggi. Sul fatto, invece, di destinare delle donazioni regolari all’Hospice e ad altre realtà, alla base c’è l’idea di non buttare i soldi in cose futili ma di destinarli a chi può migliorare la vita di qualcun altro. In pratica, se posso chiudere con una citazione che ben riassume la mia filosofia di vita, ti posso dire: “Fatti non foste a viver come bruti…”