La Pianificazione Condivisa delle Cure

La Pianificazione Condivisa delle Cure

La Pianificazione Condivisa delle Cure trova applicazione nella relazione tra medico e paziente.

15/5/2024 | Pillole di Bioetica
La Pianificazione Condivisa delle Cure

Cosa si intende per Pianificazione Condivisa delle Cure

Il concetto di pianificazione condivisa delle cure (PCC) trova una definizione nella legge n. 219 del 2017 “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento.” In particolare l’art. 5 è specificatamente dedicato alla pianificazione condivisa delle cure.

L’inserimento di questa tematica all’interno della legge rappresenta un punto innovativo nel panorama normativo italiano. Un altro punto innovativo è proprio la terminologia: solo in Italia si parla di pianificazione CONDIVISA delle cure. Nel resto del mondo è ADVANCE care planning.

Differenza tra DAT e Pianificazione Condivisa delle Cure

La stessa norma disciplina anche le DAT che rappresentano l’altro strumento innovativo introdotto nel 2017. Le DAT sono pensate prevalentemente per la persona sana che intende far valere le proprie scelte in caso di impossibilità futura dovuta ad una malattia grave o ad un incidente che la renda incapace di prendere decisioni o di comunicare.

La pianificazione condivisa delle cure rappresenta invece un’opportunità di scelta per il malato qualora si dovesse trovare “nella condizione di non poter esprimere il proprio consenso o in una condizione di incapacità."1

Mentre la PCC è un processo continuo in cui la persona malata si confronta con l’équipe sanitaria, le DAT sono solitamente frutto di una riflessione individuale e di una volontà personale che non prevede, almeno nella prassi, il confronto con il medico o altri componenti delle équipe sanitarie. Vi sono tuttavia dei casi in cui medici di medicina generale e altri professionisti possono, sulla base delle proprie sensibilità, fornire un supporto al cittadino rispetto a queste tematiche.

Nella normativa si evidenzia l’importanza del rapporto tra la persona malata e l’équipe sanitaria. La 219 insiste infatti sul concetto di condivisione delle scelte e sull’opportuna informazione da fornire al paziente che nell’essere adeguatamente informato ha la possibilità di imparare e autodeterminarsi.

La pianificazione condivisa delle cure incrocia dunque la sfera della responsabilità professionale (medico) e quella della autonomia decisionale (paziente).

                     può essere realizzata una pianificazione delle cure condivisa tra il paziente e il medico2

Si tratta quindi di un processo graduale che si svolge nel tempo e che consente di monitorare l’andamento della volontà del paziente.

L’informazione necessaria per una Pianificazione Condivisa delle Cure

Le PCC sono specifiche per ogni patologia e per ogni singola situazione data la soggettività della persona malata. Il ruolo del medico sta dunque nell’informare ma anche nel saper prevedere che cosa potrebbe accadere in futuro al malato.

Deve proporre le alternative appropriate (proporzionalità terapeutica) alla situazione attuale e presentare le possibilità mettendo da parte il proprio giudizio rispetto alle scelte della persona che si trova ad assistere.

In questo processo diviene di fondamentale importanza la comprensione del mondo valoriale del paziente ed è altrettanto importante farlo sentire al centro delle scelte.

Come scrivere una PCC

La pianificazione condivisa delle cure viene registrata in cartella clinica. Si tratta di una documentazione che può essere modificata in ogni momento a seguito dei mutamenti che intervengono durante la malattia del paziente.

Non si tratta quindi di compilare un semplice modulo, ma di realizzare una solida relazione di cura e di fiducia tra l’équipe e la persona malata attraverso un processo di condivisione delle informazioni.

Con una pianificazione condivisa delle cure il paziente può:

• fornire o negare il consenso all’équipe sanitaria di parlare con i suoi familiari
• scegliere autonomamente in base alla propria storia e ai propri valori
• ricollocare la malattia all’interno della sua storia di vita personale
• esprimere i propri valori, la propria sofferenza i propri timori e le paure
• comprendere e riflettere su cosa è per lui limite e su cosa per lui è la dignità

Con una pianificazione condivisa delle cure l’équipe curante può:

• comprendere le reali volontà del paziente
• realizzare una solida relazione di cura e di fiducia
• rispondere ai bisogni espressi dal malato

Con una pianificazione condivisa delle cure la famiglia può:

• essere sollevata da scelte difficili
• condividere il percorso di cura del paziente
• ricevere supporto e sostegno da parte dell’équipe

 

[1] [Art. 5 comma 1 – legge 219/17]
[2] [Art. 5 comma 1 – legge 219/17]

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